lunedì 18 maggio 2020

STEP #16: Protagonista del termine

Come già anticipato sul finire di uno degli step precedenti, le idee di Raimondo Lullo furono riprese nei secoli successivi, in particolare da un personaggio che sarà il protagonista dello step odierno: Giulio Camillo. Umanista e filosofo italiano del XVI secolo, il Delminio (questo il suo "soprannome") si fece ideatore e promotore di un progetto allo stesso tempo grandioso e rivoluzionario: realizzare un Teatro della Memoria. L'arte della memoria, disciplina di tradizione nobile e antichissima, era frequente oggetto di studio e speculazione da parte di filosofi ed oratori. Il progetto del nostro può considerarsi come un unicum fino a quel momento: egli puntava alla creazione di un teatro ligneo che rappresentasse e racchiudesse tutto lo scibile umano. Per fare ciò, Camillo opera un ribaltamento del Teatro tradizionale, in quanto lo spettatore non è più seduto in platea ad assistere allo spettacolo che si svolge sul palco, ma è egli stesso protagonista, al centro del palco, con il contenuto in platea. Qual'era dunque questo contenuto? Il Camillo intendeva rappresentare, attraverso "luoghi" materiali e immagini, un vero e proprio alfabeto universale della conoscenza umana, in modo che chi si fosse posto al centro di esso avrebbe potuto accedere a qualsiasi nozione del sapere, esattamente come se stesse sfogliando un'enciclopedia (e forse addirittura di più!). Il Teatro camilliano doveva essere diviso in sette grandi gradini (ordini o gradi, il sistema orizzontale), contrassegnati da immagini (Primo grado, Convivio, Antro, Gorgoni, Pasifae, Talari, Prometeo), ognuno dei quali suddiviso a sua volta in altre sette parti (dei corridoi verticali), corrispondenti ai sette pianeti (Luna, Mercurio, Marte, Giove, Sole, Saturno, Venere). A ciascuna delle quarantanove intersezioni, come detto, era assegnata un'altra immagine simbolica (si noti come ritorni, ancora una volta, prepotentemente, il concetto del pensare per immagini, insito nel pensiero umano) desunta dalla mitologia: ognuna rappresentava una parte dello conoscenza, e dietro di esse erano contenuti degli scritti ad esse relazionati. (Si clicchi qui per una ricostruzione ideale del Theatro, in modo da comprenderne meglio la struttura.) Come in un teatro tradizionale le file più lontane dal palco venivano occupate dagli spettatori meno nobili, così i luoghi più lontani rappresentano il mondo materiale, quello cioè delle attività umane. All'avvicinarsi verso il centro aumentano i gradi di importanza dei temi trattati, fino ad arrivare alla mente divina. Il Theatro camilliano, di cui purtroppo non ci rimane nulla se non il trattato Idea del Theatro, in cui vengono esposte le teorie del filosofo, rappresenta uno dei più ambiziosi tentativi di unificazione del sapere mai realizzati, e verrà ripreso numerose volte nei secoli successivi.

Frontespizio dell'"Idea del Theatro" di Giulio Camillo

Riferimenti bibliografici:
(Cito da questo sito una metafora calzante per comprendere che cosa davvero rappresentasse il percorso dalle ultime file del Theatro verso il centro: "L'uomo che si libera della prigione corporea, trasfigurandosi in puro spirito, esemplifica il processo alchemico tramite cui la materia vile si spoglia delle scorie basse e ignobili, trasfigurandosi in metallo prezioso. Analogo è anche il processo retorico, tramite il quale la parola umana si libera dai vincoli del limitato, facendosi parola divina e universale".)

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